SBARRE - 1a puntata

Caro Fabrizio,hai detto se non erro che hai accettato di fare questo programma per trasmettere qualcosa di diverso in televisione e al popolo che la guarda: qualcosa di autentico e di costruttivo.
Quello che viene trattato nel tuo programma è stato già trattato in altri programmi e in modi diversi; per quanto riguarda “Sbarre” sembra una sorta di fotoromanzo che narra quella che è la vita in carcere di una persona e i cambiamenti che all’interno intraprende, con testimone un ragazzo che la vita carceraria la rischia seriamente.
Almeno nella prima puntata,questo è stato il significato che la trasmissione ha dato: Giovanni D’Ursi racconta la sua “rinascita” in carcere. Viene descritto dal ragazzo di Scampia come “una brava persona”e il culto della sua personalità portata ai massimi livelli di indecenza (tragicomico quando appare nella sigla mentre pronuncia la parola “respiro”,titolo della tua splendida canzone)

Peccato che ci sono persone che non si fermano all’apparenza,e vogliono sempre andare a scovare le verità nascoste….e purtroppo in questo pseudo programma ce ne sono tante.
Partiamo proprio da “Giovanni D’Ursi” che è stato il protagonista della prima sceneggiata napoletana fatta in questo programma. Questo “signore” ha ucciso con colpi di revolver un ragazzo che “in fondo aveva solo 21 anni” e la famiglia puoi star certo che “non si scorderà mai di questa storia”. Lo ha ucciso perché lo aveva giustamente gonfiato di botte,dopo che aveva importunato verbalmente e fisicamente la sorella,e purtroppo le parole per sedare la sua sfacciataggine non sono bastate.
Aveva un bar e lavorava duramente e onestamente da mattina a sera,nell’agguato è rimasto ferito anche il fratello ad una gamba. Una famiglia distrutta,perché per un genitore non c’è tormento peggiore di sopravvivere ad un figlio,e tu che ne hai uno forse puoi comprendere meglio di me quello che dico.
La cosa vergognosa è che ci sono voluti anni per vedere condannato D’ursi,tra lo strazio della famiglia che non riusciva a superare una simile ingiustizia,e il “bravo ragazzo” che continuava nelle sue attività illecite – sarà poi arrestato anni dopo per spaccio di droga,fino ad arrivare finalmente alla sentenza per l’omicidio di Caprantini-
Io posso solo immaginare la famiglia che accendendo il televisore si è trovato quella bestia di fronte –e cosa ancor più vergognosa- non ha riservato segni di pentimento per l’omicidio in sé ne tantomeno ha chiesto scusa alla famiglia,l’unica cosa sensata che poteva fare e non ha fatto.
La Rai dovrebbe essere la “casa” di tutti gli italiani,la televisione che tutti pagano con i loro soldi,e come minimo una famiglia che non si sottrae da questo suo dovere ha il diritto di accendere la televisione e non trovarsi la faccia di chi ha distrutto la propria vita e quella del proprio figlio.
Tu che parli di libertà e di giustizia,della voglia di cambiare le cose e di opporsi al sistema che ci opprime,forse a tua insaputa hai commesso un’ingiustizia mostruosa nei confronti della famiglia e trasmesso un messaggio assolutamente non veritiero ed illusorio. Chi come te si espone a fautore di valori cosi grandi come quelli che ho citato precedentemente,deve capire che non basta fare “il Che Guevara della situazione” giusto per sentirsi un po’ più importanti…. Ma se si vuole veramente essere promotori di tali ideali bisogna mantenere la COERENZA sempre e comunque,anche quando questa va contro quelli che sono poi i propri interessi materiali.
Ti stimo tantissimo perché tu questo lo hai fatto tante volte,ma questa volta hai commesso davvero un grave errore nell'accettare di condurre un programma che non rispecchia assolutamente la bellezza delle tue idee,ciò però non cambia il mio giudizio nei tuoi confronti:grande eri e grande rimani. Non posso però evitare di dire quello che penso…
La splendida canzone che hai scritto per questa trasmissione io la dedicherei proprio alla vittima,Nello Caprantini,che purtroppo però “Oggi respiro” non lo potrà mai più dire…